In queste settimane la comunità internazionale ha mostrato di non disporre della volontà necessaria per mettere fine all’offensiva turca contro la popolazione curda della Siria. Anche l’Unione Europea sembra mancare degli strumenti adeguati per intervenire efficacemente, e il coordinamento degli sforzi diplomatici degli Stati membri è francamente insufficiente. Qual è il senso dell’Europa, se non sappiamo intraprendere azioni efficaci nemmeno quando siamo di fronte ad eventi così drammatici e violenti? Come italiani membri del nostro Parlamento nazionale e del Parlamento europeo vogliamo fare la nostra parte per contribuire nel medio termine a ridare speranza, investendo sulle nuove generazioni, su istruzione e cultura.
Ci impegniamo quindi a promuovere un’iniziativa per istituire un programma di borse di studio rivolto a giovani emergenti provenienti dalla Turchia, dalla Siria, dall’Iraq, dall’Iran, che comprenda i cittadini curdi di questi Stati, e da altre aree fragili del Medio Oriente e del Nord Africa, per passare un anno in una università o istituto di ricerca nell’Unione Europea. Ci impegniamo a promuovere in Italia l’istituzione delle prime 100 borse – che saranno assegnate a giovani politici, attivisti, innovatori e imprenditori sociali, a giovani ad alto potenziale impegnati per i valori democratici e il rispetto dei diritti umani e almeno la metà delle quali dovrà andare alle donne.
Su la Repubblica l’appello che ho promosso con Alessandro Fusacchia e che hanno sottoscritto altri 66 parlamentari ed europarlamentari.
SU REPUBBLICA L'APPELLO CHE HO PROMOSSO CON FUSACCHIA
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