36 anni fa il disastro nucleare di Chernobyl ci riempiva di paura, lasciandoci per settimane a chiederci quali conseguenze l’incidente avrebbe avuto, anche qui da noi. Negli anni successivi al disastro grazie alla saggezza degli italiani con due referendum il nostro Paese ha detto basta all’insicura energia atomica. E grazie all’impegno di Legambiente, che pratica l’ambientalismo insieme alla solidarietà, siamo il Paese che ha accolto più bambini provenienti dalle zone contaminate.
Con l’aggressione russa dell’Ucraina i siti nucleari sono diventati anche obiettivi strategici del conflitto, siti sensibili dal punto di vista della sicurezza per tutto il continente e un’arma di ricatto potente. Anche per questo credo sia il momento di impegnarci con l’Europa per una iniziativa diplomatica forte che possa aiutare a raggiungere almeno un cessate il fuoco, se non la fine del conflitto e il ripristino del diritto internazionale. E di lavorare per una transizione rapida verso un sistema energetico basato su fonti pulite, sicure e di pace. L’unica risposta strutturale per ambire all’indipendenza dal gas russo.
CHERNOBYL
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