D’altronde basta leggere gli emendamenti della Lega per capire che questa legge avrà vita durissima e se davvero sarà approvata in cambio del provvedimento sulla legittima difesa sarà anche fatta in piena contraddizione ai valori di una legge di inziativa popolare che era innanzitutto una legge di pace e coesione sociale.Nel merito del provvedimento le criticità che meritavano soluzioni adeguate sono diverse. Innanzitutto il testo sull’acqua pubblica è quello proposto dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua e spiace che i Cinque Stelle abbiano voluto appropriarsene. Avendo in prima persona partecipato alla raccolta delle firme per questa legge di iniziativa popolare mi sarei aspettata che sul provvedimento ci fosse almeno un tentativo di dialogo e trasversalità, magari con un intergruppo dedicato. La gestione pubblica dell’acqua non deve diventare una bandiera di parte ma ha invece bisogno di una legge il più possibile condivisa che tenga conto, ad esempio, delle possibili conseguenze occupazionali della riforma del settore idrico, o che chiarisca fino in fondo come dovrebbe avvenire il passaggio di consegne da Arera al Ministero dell’Ambiente. Credo poi necessario aprire un dibattito serio rispetto alla possibilità di fare ricorso alla fiscalità generale, mentre sarebbe stato auspicabile iniziare a spostare parte dei sussidi alle attività inquinanti, censiti dal Mattm, per gestire i cambiamenti proposti.
Purtroppo devo infine prendere atto che l’iter intrapreso non rende migliorabile in via emendativa la legge, che temo finirà con un accordo a ribasso ad uso e consumo della Lega.
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