In un Parlamento ingessato da liti e accordi di maggioranza una buona notizia per gli italiani: è stato approvato alle Commissioni riunite Bilancio e Finanze della Camera un emendamento a mia prima firma al decreto Crescita per dare ai comuni la possibilità di avere i contributi previsti dall’articolo 30 del provvedimento anche per il risparmio energetico degli immobili di edilizia residenziale pubblica (ERP).
L’emendamento, sottoscritto anche dai colleghi Fassina e Pastorino, allarga gli interventi per i quali i Comuni possono vedersi riconosciuta l’assegnazione di fondi per la realizzazione di progetti di efficientamento energetico e sviluppo territoriale sostenibile, nel limite massimo complessivo di 500 milioni di euro per il 2019. In pratica aggiunge la possibilità di ottenere i contributi per gli interventi di risparmio energetico negli immobili di ERP accanto a quella già prevista per gli edifici di proprietà pubblica.
Una misura importante visto che si tratta in genere di edifici vecchi, quindi poco efficienti ed energivori, dove vivono spesso famiglie in ristrettezze economiche e che si può potenzialmente applicare a tutte le circa 200.000 unità immobiliari di edilizia residenziale pubblica di proprietà dei comuni, compresi i Piccoli Comuni. Oltre a ridurre il consumo energetico e le emissioni di questi immobili, la misura approvata è un aiuto alle tasche di tante famiglie italiane e una risposta alla povertà energetica.
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