L’inquinamento marino da plastica è ormai un’emergenza planetaria, alimentata ogni anno secondo le stime dell’ONU da 8 milioni di tonnellate di rifiuti in plastica. Oltre ad inquinare, la plastica si scompone in pezzi sempre più piccoli che vengono ingeriti e bioaccumulati da pesci e specie marine, entrando così nella catena alimentare. Proprio pensando a queste criticità lo scorso luglio ho depositato una proposta di legge per consentire ai pescatori di raccogliere i rifiuti che incontrano in mare e di portarli a terra. Senza per questo dover sostenere loro i costi dello smaltimento. Come deciso dalla Conferenza dei Capigruppo la proposta, di cui sono anche relatrice in Commissione Ambiente, approderà in Aula alla Camera a giugno.
Il testo, sottoscritto anche dall’On. Fornaro introduce la possibilità per ministero dell’Ambiente e Regioni di stipulare convenzioni con gli imprenditori ittici finalizzate alla raccolta dei rifiuti marini che questi incontrano durante la normale attività di pesca. Una volta rientrati in porto, i pescherecci conferiscono i rifiuti recuperati nell’isola ecologica portuale, senza dover pagare oneri aggiuntivi. Previsti anche un programma di monitoraggio e una relazione sull’attuazione della legge da inviare annualmente al Parlamento.
Il cuore della mia proposta di legge è puntare al risanamento dell’ecosistema marino grazie al coinvolgimento attivo dei pescatori. Una misura ispirata all’esperienza positiva del progetto sperimentale Arcipelago Pulito e all’impegno per i nostri mari di associazioni come MareVivo e Legambiente, che è stata ‘adottata’ anche dal ministro Costa. Il ministro dell’Ambiente ha infatti annunciato più volte di volerla inserire nel suo ddl ‘Salva-mare’, che oggi è finalmente all’ordine del giorno del Consiglio dei Ministri.
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