Una delle conseguenze della crisi climatica in atto è che sulle nostre montagne la neve è sempre più rara, così aumenta l’innevamento artificiale a beneficio del turismo invernale centrato sullo sci da discesa. Come rivela il dossier Nevediversa 2023 di Legambiente il 90% delle nostre piste sono innevate artificialmente. Peccato che questa pratica sia non sostenibile e sia anche molto cara, comportando consistenti consumi di acqua, energia e suolo in territori di grande pregio. Sempre secondo il dossier il consumo annuo di acqua per l’innevamento artificiale potrebbe raggiungere 96.840.000 metri cubi, ossia circa il consumo idrico annuo di una città da un milione di abitanti. In tempi di inverni miti, precipitazioni scarse e siccità è uno uso che non possiamo più permetterci. Ci serve un nuovo modello di turismo invernale montano, che punti alla sostenibilità alla diversificazione delle attività.
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