Se davvero vogliamo fermare i mutamenti climatici, la distruzione delle foreste equatoriali e l’estinzione degli orango provocata dall’uso di olio di palma e olio di soia nei biocarburanti non possiamo fare eccezioni e non possiamo perdere tempo. L’Italia dovrebbe spingere a livello europeo per un anticipo del divieto di utilizzo di questi olii vegetali nei biocarburanti e introdurre almeno in patria la misura già dal 2020. Come hanno fatto Francia e Norvegia. Per questo ho presentato una proposta di legge che introduce il divieto di utilizzo dell’olio di palma e della soia nel processo chimico per la produzione dei biocarburanti, bioliquidi e combustibili da biomassa. Una direzione indicata anche dagli oltre 57 mila cittadini che hanno sottoscritto la petizione di Legambiente #savePongo che chiede di migliorare il testo della Commissione.
Le nuove regole sui biocarburanti proposte dalla Commissione Europea sono un bicchiere mezzo vuoto e mezzo pieno. Da una parte la Commissione europea riconosce finalmente, in un atto delegato in consultazione pubblica fino a domani, che l’olio di palma usato nei biocarburanti è causa di deforestazione e per questo non potrà più essere impiegato a questo fine dal 2021. Ma dall’altra prevede diverse eccezioni alla ‘regola’. Come se l’uso di olii vegetali per i biocarburanti causasse la deforestazione a corrente alternata. Al contrario, come denuncia Legambiente insieme alla coalizione delle associazioni europee promotrice della campagna #NotInMyTank, l’uso di olio di palma e olio di soia nei biocarburanti è causa conclamata di devastazione delle foreste equatoriali e della conseguente estinzione degli Orango. Per questo il testo dell’atto in consultazione andrebbe modificato escludendo scappatoie ed eccezioni e anticipando i tempi di entrata in vigore.
La petizione SavePongo si può firmare a questo link.
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