È positivo che il Presidente del Consiglio Draghi sia soddisfatto del suo incontro con le attiviste per il clima Greta Thunberg, Vanessa Nakate e Martina Comparelli e che da Milano abbia riconosciuto che i giovani hanno ragione e bisogna agire ora per la transizione ecologica. Mi piacerebbe, però, che incontrasse e ascoltasse anche le nostre associazioni ambientaliste e il mondo delle imprese della green economy tricolore. Potrebbero spiegargli almeno tre cose: che per farla davvero la transizione va avviato il taglio dei sussidi fossili dalla legge di Bilancio e che le semplificazioni servono, più che a cantieri e grandi opere, per le rinnovabili e l’economia circolare i cui iter autorizzativi durano tuttora anni, nonostante le Semplificazioni approvate a luglio.
Legambiente stima oggi con un nuovo report che nel 2020 sono stati ben 34,6 i miliardi di euro spesi in sussidi ambientalmente dannosi. Nella prossima manovra va previsto il taglio graduale di questi fondi entro il 2030 e va definita una roadmap di uscita dalle fossili che preveda interventi entro il 2025. Così si libererebbero risorse importantissime per la giusta transizione ecologica. Con vantaggi per economia e ambiente.
Il Green Del potrebbe portare in Italia nei prossimi 10 anni, secondo alcune previsioni, 50mila nuovi occupati permanenti nelle rinnovabili e 40mila nuovi occupati temporanei l’anno nel medesimo settore. L’economia circolare già impiega oltre mezzo milione di persone nel Paese, ma è zavorrata da iter burocratici lunghissimi; se riuscissimo a liberarne le potenzialità avremmo un vantaggio enorme in termini di riduzione delle emissioni e nuovo lavoro innovativo e di qualità.
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Bene Draghi a Milano con Greta, ma incontri anche associazioni e imprese green italiane
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