Tra i tanti provvedimenti approvati salvo intese o in via preliminare cui ci ha abituato questo governo c’è anche il ddl contro il dissesto idrogeologico, o «cantiere ambiente» che dir si voglia. Si tratta in sostanza del provvedimento che dovrà dare corpo e gambe al Piano Proteggi Italia.
Il provvedimento, che fa dei presidenti di Regione i commissari anti-dissesto e individua in modo preciso quali interventi si possono realizzare, punta a razionalizzare, semplificare e velocizzare la normativa e le procedure esistenti per gli interventi di mitigazione e messa in sicurezza dal dissesto idrogeologico. Ma ho più di un dubbio sull’effettivo raggiungimento dell’obiettivo. Tra deroghe e controlli incrociati non credo si riusciranno ad avere rapidità e qualità delle opere e dei progetti come bussola.
Se l’esigenza era velocizzare gli interventi di riduzione del rischio idrogeologico sarebbe forse stato più semplice, e più efficace, evitare di smantellare l’Unità di missione ItaliaSicura che funzionava bene. E poi preoccupa anche il connubio tra questo ‘cantiere-ambiente’ da una parte, e decreto ‘sblocca cantieri ‘ e decreto Crescita dell’altra. Norme scritte sull’acqua del salvo-intese, ma in cui le deroghe su edilizia e appalti sono certe.
Il mio intervento su La Stampa è disponibile qui.
ARRIVA (MA QUANDO?) IL DDL CONTRO IL RISCHIO IDROGEOLOGICO
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