È giusto preoccuparsi del caro bollette per famiglie e imprese, ma il Ministro Cingolani usa toni catastrofistici, accredita i peggiori scenari e la ricetta messa in campo dal governo è profondamente sbagliata. Con il decreto Sostegni Ter vengono penalizzate le rinnovabili, che sono la soluzione, ma non vengono toccati i guadagni fantastici delle aziende che estraggono idrocarburi né alzate le ridicole royalties che versano allo Stato. Come se non bastasse il provvedimento mette a copertura degli interventi contro il caro energia i proventi dalle aste della CO2, i profitti di alcune rinnovabili e una piccolissima ridicola parte di sussidi ambientalmente dannosi (Sad). Credo che l’esecutivo dovrebbe confrontarsi con gli operatori delle rinnovabili, che dovrebbe preoccuparsi delle misure da adottare per semplificare il sistema del permitting per le fonti pulite e di un graduale e serio taglio dei sussidi dannosi per l’ambiente. Un intervento, quest’ultimo, da cui si potrebbero ricavare miliardi da utilizzare per realizzare davvero una giusta transizione.
Dissento anche rispetto alla posizione espressa dal Ministro sulla tassonomia verde europea nell’intervista di oggi a La Stampa. Non credo che sia un semplice documento finanziario, ma trovo che sia una patente di sostenibilità data anche a gas e nucleare rischiando di levare fondi e di rallentare la transizione. Mi fa piacere che il Ministro abbia citato i due referendum con cui l’Italia ha già detto no al nucleare, pur se ha accompagnato questa giusta puntualizzazione enfatizzando la prospettiva della ricerca sul nucleare e della futura quarta generazione. Che per ora non esiste.
Quanto dichiarato da Cingolani sull’auto elettrica, infine, rischia di rallentare la conversione del settore automotive e di far perdere ulteriore terreno alla nostra industria. Non c’è dubbio sul fatto che sia preferibile ricaricare le batterie utlizzando energia pulita anziché energia proveniente dal gas, ma intanto liberiamo le città dallo smog e rinnoviamo una parte rilevante del parco auto. Questo da solo non basta, servono ovviamente più rinnovabili e servono anche autobus elettrici, metropolitane, treni suburbani, più ciclabili, mezzi leggeri in sharing e nuovi stili di vita attenti all’ambiente. Credo che i cittadini siano più avanti della politica e che siano pronti per questo salto di qualità. Alla politica il compito di garantire a tutti i cittadini servizi di qualità per una mobilità intermodale e sostenibile.
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