Siamo vittime di una grande operazione di distrazione di massa che ci tiene a discutere su cose assurde – tipo il vincitore del festival di Sanremo – per poi scoprire all’improvviso che nel frattempo stanno smontando pezzo pezzo lo Stato italiano.
Grazie all’Autonomia differenziata, principio contemplato dalla nostra Costituzione ma che le regioni forzano al punto da reclamare il trasferimento delle competenze dirette di oltre 20 materie oggi a “Legislazione concorrente” con lo Stato. Veneto, Lombardia e Emilia Romagna chiedono un allargamento dei poteri dalla tutela della salute e della sicurezza del lavoro all’alimentazione, dalla protezione civile e dal governo del territorio ai trasporti e l’energia, dalla disciplina delle professioni ai rapporti internazionali. E chiedono poteri anche su materie di competenza “esclusiva” dello Stato, quali l’organizzazione della giustizia di pace, le norme generali su istruzione e tutela dell’ambiente e dei beni culturali. Una specie di Italexit ma interno.
Più che un’autonomia differenziata – processo conseguente va detto a quanto iniziato sotto il Governo Gentiloni con la celebrazione di due referendum regionali – una secessione dei ricchi. Una fuga delle Regioni del Nord, tra cui anche l’Emilia Romagna governata dal centro sinistra, che sembrano intenzionate a scappare con il bottino lasciando al loro destino le Regioni del sud, tenute buone con un reddito di cittadinanza dalle ricadute e dal futuro incerti.
In nessun campo come quello ambientale è chiaro che “salvarsi” da soli, oppure a diverse velocità, non si può. Come se non bastasse l’accordo tra Regioni e Stato arriverà in Aula a scatola chiusa e il Parlamento non lo potrà modificare.
Stiamo perdendo l’ennesima occasione per rigenerare questo Paese scrivendo un nuovo patto solidale tra livelli istituzionali diversi, superando i problemi e le differenze che ci portiamo dietro da decenni. Bisogna cambiare certo ma non distruggendo, piuttosto immaginando nuove funzioni e sinergie. Ce la fa la sinistra, attraverso le Regioni che ancora governa, a fare una proposta diversa o rincorriamo la destra pure su questo?
Il mio intervento su il manifesto è qui.
Aggiungi commento