La Cop26 doveva fare di più considerate la gravità della crisi climatica e l’urgenza con cui la scienza ha ribadito sia necessario agire. E credo che l’Italia abbia fatto un errore ad arrivare a questo importante appuntamento senza nominare un inviato speciale per il clima, perché questa è una sfida che richiede forte e continuativo impegno tecnologico, politico, finanziario e diplomatico. Spero quindi sul punto si rimedi presto e mi fa piacere che il Ministro Cingolani oggi in audizione alle Commissioni Ambiente di Camera e Senato abbia annunciato che la persona è stata individuata.
Capisco la passione per la ricerca, ma credo che un Ministro quando parla di nucleare debba prestare la massima attenzione alla volontà degli italiani che con due referendum si sono già espressi contro l’energia atomica. Tecnologia che per questioni di sicurezza, tempi, costi e gestione delle scorie non possiamo considerare ‘green’. Quindi, come il gas che è un’energia fossile, deve restare fuori dalla tassonomia verde europea e l’Italia dovrebbe lavorare per questo in Europa non accontentarsi della libertà nel mix energetico .
A proposito di transizione vorrei capire, visto il protagonismo che il gas continua ad avere nel nostro mix energetico, quale road-map ci diamo per uscire non solo dal carbone ma anche dal carbonio e dal gas e a che punto è l’aggiornamento del nostro Piano nazionale energia e clima. Anche contro il caro bollette dovremmo ridurre la nostra dipendenza dal gas e accelerare sulle rinnovabili.
Infine credo che in vista della Cop27 che si volgerà a Sharm El-Sheikh l’Italia debba porre con forza all’Egitto due questioni: verità e giustizia per Giulio Regeni e piena libertà per Patrick Zaki.
Qui un estratto il mio intervento in Commissione.
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