Mentre affrontiamo la fase più dura della pandemia da coronavirus le priorità sono salvare quante più vite possibile e riuscire a contenere il contagio. Ma dobbiamo anche pensare a come vogliamo gestire la “fase 2” in cui gradualmente dovremo riattivare in piena sicurezza il Paese.
In questo quadro sta raccogliendo un consenso crescente la proposta di una cabina di regia che coinvolga governo, opposizione, enti locali, associazioni di categoria, imprese e sindacati per pianificare la ripartenza. Per condividere scelte e responsabilità che riguardano il futuro di tutti e le prospettive del Paese. Un percorso che dovrà prevedere un coinvolgimento del Parlamento, prestare particolare attenzione alle fragilità degli italiani e avere le donne come protagoniste. Una necessità, quest’ultima, già evidenziata dalla Sen. Valeria Valente (Pd) e che condivido profondamente.
Per una questione di giustizia sociale e anche perché conviene a tutte e tutti. Lo sapevamo anche prima e lo ha certificato anche la Banca d’Italia: il fattore D – ossia la presenza delle donne nelle posizioni apicali – fa bene alla società, alla politica, all’economia. Ma ora credo sia più evidente ai più che le donne sono il motore propulsore del Paese.
Siamo soprattutto noi donne che stiamo reggendo il Sistema sanitario nazionale, dove i due terzi dei lavoratori sono donne, quello della scuola e dell’educazione, o ancora le imprese di pulizia che si prendono cura degli ospedali, supermercati e negozi di alimentari. E ci ammaliamo di meno, quindi saremo probabilmente le prime a poter tornare al lavoro.
Nell’emergenza più difficile della Repubblica le donne stanno dando contributi fondamentali per affrontare il presente ed immaginare il futuro: penso alla virologa Ilaria Capua e all’economista Mariana Mazzucato. La prima impegnata sul fronte della scienza e della divulgazione, la seconda al lavoro come consigliera del premier Conte sulle misure di contrasto degli effetti economici del coronavirus.
Non solo per sconfiggere il coronavirus, ma anche per affrontare i lunghi mesi di convivenza con il virus e per sostenere il rilancio dell’economia il sistema Paese ha bisogno di coinvolgere le donne. Le “rose quadrate”, per usare una felice espressione della prof.ssa Capua, gentili ma anche determinate, razionali e pratiche, che saranno protagoniste della ripartenza. Ecco perché nella cabina di regia che si occuperà di programmare il graduale ritorno a una ritrovata normalità, dovranno avere spazio e voce le donne.
Il mio intervento in versione integrale su HuffPostItalia.
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