La bozza del documento finale della Cop26 è deludente; semplicemente non è adeguata alla grave crisi climatica del Pianeta. Serve uno scatto di orgoglio e di visione. L’impegno a ridurre le emissioni di CO2 del 45% rispetto ai livelli del 2010 entro il 2030 è evidentemente insufficiente a centrare l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi, e l’invito agli Stati a rivedere e rafforzare i loro impegni nazionali di taglio delle emissioni appare debole. A questo si aggiunge l’insopportabile rinvio del target del Fondo da 100 miliardi all’anno per sostenere il trasferimento tecnologico e aiutare i Paesi in via di sviluppo.
Dobbiamo essere noi Paesi sviluppati in quanto responsabili storici dell’inquinamento a dimostrare più visione e a impegnarci per un accordo più ambizioso alla Cop26 di Glasgow. Spero che l’Italia e l’Europa possano fare la loro parte esercitando quella leadership tecnologica e diplomatica che è necessaria per raggiungere un’intesa all’altezza dell’urgenza della crisi.
La sostanza ci racconta che anche questa volta si continua a rimandare. Non è accettabile. Non abbiamo più tempo e non c’è da meravigliarsi se i giovani scendono nelle piazze evocando il bla bla bla. Ci sono ancora tre giorni di negoziati per scegliere la strada giusta. Auspico che Italia e Europa possano portare l’impegno più in alto.
MA NON ABBIAMO PIÙ TEMPO. EUROPA E ITALIA PORTINO L'IMPEGNO PIÙ IN ALTO
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