Rendere di nuovo il nostro Paese un luogo attrattivo per gli investimenti sulle rinnovabili, emanare presto e bene il decreto Fer2 per evitare che importanti opportunità vengano sprecate tagliando fuori il Paese delle tecnologie più promettenti ed efficaci, aiutare le aziende agricole che vogliono chiudere il ciclo produttivo e contribuire alla lotta al cambiamento climatico a produrre biogas con i propri scarti agricoli e a metterlo in rete. Concedere forme di premialità alle imprese che utilizzano materia prima seconda e materia rinnovabile e a chi sceglie nei concorsi pubblici la residenza in luoghi a rischio spopolamento.
Sono alcune delle proposte che importanti protagonisti della green economy italiana made in Sud – dal gruppo Angelantoni con Archimede Solar Energy a PrimaBio, da Orange Fiber a Sabox, da Edizero al progetto Fortunale fino a Novamont – hanno avanzato al Ministro per il Sud e per la coesione territoriale Giuseppe Provenzano nel corso di un webinar promosso da Green Italia e Kyoto Club. Un incontro in cui si è parlato della necessità di una ripartenza green, di porre condizionalità ambientali negli aiuti pubblici per superare la crisi del coronavirus, seguendo anche la strada indicata dall’Europa che per sostenere i Paesi colpiti propone con la Commissione europea un Recovery fund finanziato anche con una tassa sulla plastica e una carbon tax. Ossia una misura di fiscalità ambientale che ci siamo rimangiati e una che non abbiamo mai voluto fare.
Nell’incontro promosso da Green Italia e Kyoto Club, però, lo stesso Ministro Provenzano ha sottolineato l’importanza di ripartire dai territori e dal Sud, tenendo insieme giustizia sociale e giustizia ambientale e lavorando per ridurre le disparità che esistono nel Paese.
Temi e proposte che racconto in questo intervento su La Stampa
Aggiungi commento