Dopo la povertà abolita per decreto arriva anche la crescita per decreto (salvo intese). Ma cosa prevede questo provvedimento che dovrebbe consentirci di superare le numerose previsioni negative sul nostro Pil?
Il decreto contiene anche alcune deroghe per gli interventi edilizi nella riqualificazione urbana a partire da quelle riguardanti distanze, densità e semplificazioni nella edilizia privata, aumenti di volumetrie se consentito dagli strumenti urbanistici ( cioè dal Piano Casa di Berlusconi che Salvini ricorda benissimo visto che la Lega era al governo con Forza Italia), silenzio assenso sulle autorizzazioni di lavori privati su beni culturali dalle sovrintendenze, svendita di beni demaniali per fare cassa. Niente di nuovo sotto il sole, insomma, si cambia tutto per non cambiare niente. Anche con il governo del cosiddetto cambiamento si crescerà grazie alle deroghe e in barba alle regole. E ovviamente a farne le spese sarà ancora l’ambiente, nella sua componente più fragile: il suolo. Un bene comune che viene consumato al ritmo di 2 metri quadrati al secondo, che non ha ancora una normativa a sua tutela e che sarà sacrificato ancora una volta sull’altare del cemento. In assoluta continuità con il passato.
Il mio intervento su Linkiesta è disponibile qui.
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