La filiera delle costruzioni contribuisce alla crescita del Paese: ha prodotto un aumento del Pil di 2,2 punti nel 2021 e ha inciso per 1,2 punti di crescita nel 2022. Però il sotto-inquadramento è endemico, c’è un tema di sfruttamento soprattutto per i lavoratori stranieri e troppo spesso nell’edilizia privata non si rispetta l’orario di lavoro, aumentando così il rischio di infortunio. E il nuovo codice appalti voluto dal Governo, con il cosiddetto subappalto a cascata, rischia di portare i problemi dell’edilizia privata anche nel pubblico.
Sono solo alcune delle criticità di un settore in profondo cambiamento emerse dai dati elaborati dall’Osservatorio FILLEA Cgil Nazionale in occasione del XX Congresso nazionale del sindacato, convocato con lo slogan di “Più contrattazione Più rappresentanza = Più democrazia” e in corso a Modena. Di fronte alle quali dobbiamo rimettere i lavoratori al centro e non fare passi indietro su diritti e conquiste fatte. Un orientamento che si traduce in proposte concrete, come quelle di introdurre l’aggravane di omicidio sul lavoro per arginare i tanti infortuni e le inaccettabili morti bianche, o di ridurre gli orari di lavoro anche ai fini di una formazione permanente. E mentre Bruxelles punta sull’efficienza con la revisione della Direttiva sulla Prestazione energetica degli edifici (EPBD), anziché boicottare le misure europee rivendicando la specificità italiana, si sarebbe dovuto pensare a una stabilizzazione del Superbonus per le case popolari e a una sua revisione per gli altri utenti, prevedendo percentuali differenziate per reddito e in proporzione ai miglioramenti di efficienza raggiunti. Perché la transizione passa anche dall’edilizia. Una trasformazione che spinge su riqualificazione e rigenerazione urbana, efficienza energetica, nuove tecniche costruttive e materiali. E che proprio per questo può offrire opportunità di nuovo lavoro sostenibile e di qualità.
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