Il decreto sulla governance del Pnrr e le semplificazioni avrebbe dovuto introdurre facilitazioni per accelerare sulle rinnovabili e sulla transizione ecologica. Invece semplifica soprattutto le regole per le grandi opere impattanti, introducendo deroghe e commissioni speciali senza controbilanciarle con un potenziamento dei controlli. E non risponde alla necessità di rendere gli iter ordinari più chiari semplici e certi, né a quella di riformare la Pubblica amministrazione dotandola di nuove risorse e competenze.
Nel passaggio in Commissione ho lavorato per migliorare il testo sui fronti strategici delle semplificazioni per rinnovabili, economia circolare e superbonus, del potenziamento dei controlli ambientali e della partecipazione. Peccato che lo spazio lasciato ai correttivi parlamentari sia stato limitato da pareri del governo spesso negativi e che i pochi emendamenti accolti non bastino a cambiare il segno al provvedimento. Che non aiuta le fonti pulite né l’economia circolare e come se non bastasse rispolvera alcune pericolose e fallimentari pratiche della Legge Obiettivo, dall’incremento della trattativa privata all’appalto integrato.
Questo provvedimento non ci porterà nel futuro carbon neutral perché manca di coraggio e risente di quella paura del cambiamento espressa più volte dal titolare del Ministero della ‘Conservazione ecologica’. Fatte così le semplificazioni sono più inutili che dannose e ci fanno perdere l’ennesima occasione per la conversione ecologica.
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