Si dovrebbe pensare al futuro del Paese e sfruttare tutte le opportunità del Green deal e del Recovery Fond per un rilancio della nostra economia fondato sulla sostenibilità e capace di accompagnare produzione e consumi verso la conversione ecologica. Negli altri Paesi europei si fa così, dalla Germania alla Francia passando per la Spagna. In Italia invece c’è ancora chi vuole salvare i dinosauri incentivando con ingenti fondi pubblici le auto inquinanti. Con un emendamento di maggioranza al decreto Rilancio che chiede l’improponibile: quattromila euro di incentivo, nel 2020, a chi compri un’auto Euro 6, con emissioni di CO2 superiori a 61 grammi al chilometro, rottamando una vettura con più di dieci anni. Senza rottamazione lo sconto è di 2 mila euro e nel 2021 i bonus sono dimezzati.
Una misura che guarda al passato, che non aiuta il sistema produttivo Italia, che leva risorse per incentivi alle tecnologie più pulite e che ci vuole lasciare nel passato, facendoci perdere il treno dell’innovazione. Una misura antistorica che non vuole neanche un sindacato importante come la Fiom. Sarebbe un errore davvero grave se questo emendamento venisse approvato. Le aziende e l’occupazione del comparto, infatti, non si difendono puntando su tecnologie vecchie, ma accelerando sul futuro e quindi su ibrido, elettrico, su ricerca e innovazione improntate alla sostenibilità.
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