A Roma, la capitale del Paese, siamo in piena emergenza rifiuti. Una situazione indegna di un grande paese civile come il nostro, la cui gravità è sotto gli occhi di tutti e che lo scorso 5 gennaio ha portato i presidi a minacciare di non aprire gli istituti scolastici per la presenza dei topi richiamati dalle montagne di spazzatura accumulate in strada, anche di fronte alle scuole. Fatto mai accaduto prima.
Oltre che dall’incendio dello scorso dicembre al Tmb Salario, questa crisi dei rifiuti è aggravata dal rimpallarsi delle responsabilità tra Roma Capitale e Regione Lazio. Mentre il passaggio all’economia circolare richiede partecipazione, qui a Roma i cittadini sono rimasti intrappolati all’interno di un insopportabile ping-pong tra diversi livelli istituzionali. Un rimpallo su cui chiediamo l’intervento del ministero dell’Ambiente. Anche sul fronte degli impianti è necessario ascoltare i territori, invece solo ieri la sindaca Raggi ha ricevuto e malvolentieri i sindaci della Città Metropolitana.
A Roma la differenziata nell’ultimo anno è cresciuta solo di un punto arrivando al 41%, mentre tra il 2013 e il 2015 era cresciuta di dieci punti. Ecco in questa situazione cronica di insostenibilità, come giustamente la definisce il collega Fassina che insieme a me ha sottoscritto l’interrogazione a risposta immediata in Assemblea sui rifiuti della Capitale, stiamo chiedendo ai Sindaci della Città metropolitana, che gestiscono in modo virtuoso il ciclo dei rifiuti, di risolvere e farsi carico della pessima gestione dei rifiuti di Roma. Ministro Costa le suggerisco di coinvolgere nella Cabina di regia anche questi Sindaci della provincia romana che amministrano bene il loro territorio, gestiscono in modo corretto i rifiuti e hanno quelle competenze che evidentemente da troppo tempo mancano al Comune di Roma.
La mia replica alla risposta del ministro dell’Ambiente Costa al question time sull’emergenza rifiuti di Roma.
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