Da quando è arrivata la Laminam a Borgotaro sono arrivate anche centinaia di segnalazioni per disturbi di tipo allergico e irritativo su pelle e sistema respiratorio. L’azienda sotto accusa ha dovuto installare nuovi filtri ai camini e un nuovo sistema di monitoraggio delle emissioni in atmosfera e dopo aver sospeso la produzione per dodici mesi, ha ripreso la produzione. Anzi la vuole triplicare. Peccato che i disturbi nella popolazione continuino e anzi si siano aggravati. Un’indagine della procura di Parma ha rilevato la presenza, nei fumi della Laminam, di sostanze cancerogene, irritanti e allergeniche. Ma la Laminam ha chiesto la secretazione delle sue analisi per quanto riguarda i fumi del forno di cottura.
E qui la domanda sorge spontanea: le esigenze produttive di un’azienda possono prevalere sul diritto a conoscere la probabile fonte di danno alla salute dei cittadini? Non sarebbe più opportuno, come suggerito anche dall’associazione Isde-Medici per l’Ambiente, nel rispetto del principio di precauzione e viste le analisi eseguite da Procura e Cnr verificare il livello di inquinamento e promuovere un’indagine epidemiologica dell’Istituto Superiore di Sanità? E non sarebbe il caso di avviare un percorso di coinvolgimento dei cittadini per assicurarne la partecipazione attiva nelle decisioni che riguardano la tutela della loro salute? E’ quanto ho chiesto ai ministri dell’Ambiente, della Salute e dello Sviluppo Economico nell’interrogazione sul caso #Laminam di cui da conto Repubblica Parma in questo articolo .
SU REPUBBLICA PARMA TUTTI DETTAGLI SULLA MIA INTERROGAZIONE SUL CASO LAMINAM
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