Se il buongiorno si vede dal mattino mi pare evidente che la ‘Fase 2’ per l’ambiente è iniziata con il piede sbagliato. Due esempi eloquenti: il rilancio della plastica usa e getta (non solo per i necessari dispositivi di protezione personale) accompagnato da una campagna di promozione per la quale la plastica sarebbe la via più sicura per far ripartire il Paese. È necessario invece puntare sulla riduzione dell’usa e getta che lungi dall’essere il più sicuro (il virus rimane sulla plastica per 72 ore secondo i National Institutes of Health) comporta anche più passaggi e contatti: insomma la borraccia personale rimane di gran lunga la scelta migliore rispetto alla bottiglia in pet, anche in tempi di covid. E’ fondamentale che il Governo e in particolare il Ministero dell’Ambiente si dotino di un piano per evitare che il Paese venga ricoperto da plastica, sostenendo inoltre con forza le innovazioni e la ricerca che su questo fronte ci aiuteranno a rendere l’utilizzo della plastica non un ritorno al passato. Una parola su tutte: compostabile! Laddove impossibile evitare l’usa e getta è questa la soluzione.
L’altro fronte che ci riporta “alla normalità” è quello del stato dei fiumi e del mare. Se durante il periodo di lockdown le acque del Sarno erano diventate limpide dimostrando la grande capacità di rigenerazione della natura, con i primi giorni di ripartenza sono subito tornate torbide e inquinate. Come denunciato dal co-portavoce nazionale di Green Italia Carmine Maturo. Situazione simile sull’Agnena, che a 48 ore dalla fine del lockdown ha sversato una impressionante macchia nera in mare, monitorata dall’Arpac, e che è probabilmente dovuta a liquami di origine animale sversati illegalmente nel fiume da un allevamento bufalino.
Sono necessari controlli pianificati e indagini tempestive per individuare e sanzionare i responsabili dell’inquinamento dei nostri fiumi, che in questo periodo è più agevole scovare. In tal senso è importante che il ministro dell’Ambiente Costa abbia attivato i Carabinieri del Noe per controlli sul Sarno e indagini in zona. Ma serve un passo in più: l’impegno a non tornare indietro e a ripartire col piede giusto, anche sul fronte della tutela ambientale.
Vista la gravità della situazione ho depositato un’interrogazione al Ministero dell’Ambiente per sollecitare la costituzione di una task-force che veda collaborare Governo, Regione, Noe e le altre forze dell’ordine con competenza in materia di delitti ambientali, tecnici di Ispra e Iss e dipartimenti universitari per analizzare la natura dell’inquinamento e realizzare un monitoraggio su acque e terreni limitrofi così da verificare se ci siano eventuali pericoli per la salute e l’ambiente. Al ministero chiedo anche iniziative affinché siano avviati rapidamente interventi di risanamento dei due fiumi.
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