“Siamo su un’autostrada verso l’inferno climatico con il piede premuto sull’acceleratore… L’umanità ha una scelta da compiere: o cooperare sul clima o morire, o andare verso una solidarietà sul clima o il mondo rischia un suicidio collettivo”. Sono le parole con cui il Segretario generale dell’Onu Guterres ha fotografato la situazione della #crisiclimatica alla #Cop27.
I numeri dell’Emissions gap report dell’Unep lo dicono chiaramente: siamo lontanissimi dagli obiettivi di Parigi e al momento non esiste neanche un percorso credibile per contenere il riscaldamento globale a 1,5 gradi. Le politiche attualmente in vigore porteranno a un aumento di 2,6-2,8 gradi. Solo una riduzione radicale e rapida delle emissioni può evitare il collasso climatico. Per questo è fondamentale che dalla Cop27 arrivi un accordo ambizioso e giusto, capace di mantenere il mondo in traiettoria con l’obiettivo di 1.5°C e di aiutare adeguatamente i Paesi più poveri e vulnerabili a fronteggiare l’emergenza climatica.
Purtroppo il fatto che il Paese ospite della Conferenza sia l’Egitto di Al-Sisi, in cui il livello di rispetto dei diritti civili è così basso da aver spinto molti ambientalisti a disertarla, indebolisce la voce e la spinta della società civile.
COP27
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