Dai leader del mondo riuniti al G7 noi ecologisti ci aspettavamo di più. Ribadire gli impegni a raggiungere le zero emissioni nette entro il 2050, in modo da rispettare l’obiettivo di limitare a 1,5 gradi l’aumento delle temperature globali, e i 100 miliardi di finanziamenti per il clima significa in sostanza confermare gli obiettivi dell’Accodo di Parigi. Invece per affrontare la crisi climatica c’è bisogno di maggiori ambizione e velocità. E non basta neanche annunciare l’impegno di voler proteggere gli oceani e la terra se questo annuncio non è sostanziato da adeguati finanziamenti e politiche.
È positivo che il premier italiano Draghi abbia parlato anche della questione giustizia e uguaglianza legata al tema dell’impegno e della lotta alla crisi climatica, ventilando anche l’ipotesi di una forma di carbon border tax, ma vorrei ricordargli che qui in Italia non siamo ancora riusciti ad avviare il necessario e graduale taglio dei sussidi fossili. L’ambiente ha bisogno di più coraggio e di maggiore coerenza e anche della consapevolezza che abbiamo le tecnologie e le innovazioni per vincere questa sfida.
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