Il ricatto lavoro o salute, la scelta se avere un’occupazione o un ambiente sano e salute è intollerabile oggi come ieri, si pensi ad esempio a quanto successo all’Ilva di Taranto o in tanti altri territori italiani. Al contrario le questioni ambiente e occupazione devono incrociarsi, una riflessione che la Cgil seppe accogliere sin dal 1994 quando avviò un percorso comune con Legambiente su questi temi. E oggi proprio il Segretario generale della Cgil Landini è tra i pochi che parlano di ambiente come di un fattore non accessorio ma strutturale della ripartenza del Paese. Del resto lo dicono anche i numeri: Unioncamere e Anpal stimano 1,6 milioni di posti di lavoro in economia circolare nel nostro Paese. Il fatto che tra economia circolare e sviluppo delle rinnovabili ci siano in Italia circa 3 milioni di occupati, il 50% dei quali a tempo indeterminato, fa del settore della sostenibilità un campo sempre più consistente anche dal punto di vista dell’economia reale.
L’ambiente dovrebbe essere anche la cifra con cui l’Italia sta in Europa, dando priorità al Green deal e sapendo cogliere tutte le opportunità che questo fronte avanzato ci offre anche dal punto di vista delle risorse.
Oggi che lo Statuto dei Lavoratori compie 50 anni dobbiamo non solo riconoscere a tutte le lavoratrici e i lavoratori, indipendentemente dal tipo di contratto, i diritti garantiti con la legge 300/1970 ma anche dare nuovi diritti al lavoro per adeguarci ai cambiamenti del mondo. E in epoca di coronavirus questo significa affrontare anche le problematiche connesse alla cura dei figli, della famiglia e alla didattica a distanza, che sino ad oggi si sono rette sulle spalle delle donne. Non dimentichiamoci dei diritti delle donne.
Il mio intervenendo al convegno in streaming promosso dalla Fisac Cgil in occasione dei 50 anni dello Statuto dei Lavoratori.
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