Volevo semplicemente che venisse detto ai migranti a bordo del pullman in partenza dal Cara di Castelnuovo di Porto dove sarebbero stati portati e che tipo di accoglienza avrebbero trovato al loro arrivo, ad esempio perché potessero contattare e informare i legali che li seguono nelle pratiche per l’asilo politico. Contesto il metodo di questi trasferimenti. Ricordiamoci sempre che parliamo di persone e non di numeri. Qualcuno dice che sono buonista perché volevo garantire alle persone il diritto all’informazione e alla consapevolezza, perché ci tengo che il nostro Paese resti civile.
Nel momento in cui chiudiamo i Cara e indeboliamo gli Sprar, i piccoli centri di accoglienza diffusi che fanno davvero integrazione, bisogna gestirli i fenomeni, dare adeguate sistemazioni alternative ai richiedenti asilo e pensare anche al ricollocamento dei lavoratori, quasi tutti italiani, che lavorano in questi centri.
Il mio intervento ad Agorà
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