Tantissimi giovani sono scesi in piazza per il Global Climate Strike, seguendo l’esempio di Greta Thunberg, per dire che la crisi climatica ha bisogno di azione immediata per scongiurare il collasso del Pianeta. Oltre a loro hanno aderito allo sciopero globale anche politici, sindacati e associazioni.
Se il governo della svolta vuole essere coerente dovrà adottare rapidamente misure molto concrete per l’ambiente. Oltre ad essere necessario, occuparsi della crisi climatica significa gettare le basi di un nuovo sviluppo, equo, inclusivo, duraturo e che non compromette il futuro.
Se noi politici vogliamo affrontare seriamente la sfida del clima iniziamo dal Green new deal, dal graduale taglio dei sussidi ambientalmente dannosi e dall’attuazione del principio del ‘chi inquina paga’ in Legge di Bilancio. Proseguiamo poi con investimenti decisi su generazione energetica rinnovabile e diffusa, mobilità sostenibile, bonifica dei territori inquinati e messa in sicurezza dal dissesto idrogeologico. E approvando leggi che il Paese attende da anni come quella per fermare il consumo di suolo e favorire la rigenerazione edilizia, così da ridurre l’impermeabilizzazione del territorio, cavare meno materiali, fermare le emissioni. Vanno emanati rapidamente, poi, i decreti per l’end of waste indispensabili per dare slancio all’economia circolare. Tutti temi su cui mi sono impegnata in Parlamento e che con il nuovo esecutivo spero vengano finalmente affrontati.
È un investimento sul futuro e lo dobbiamo ai ragazzi dei Fridays For Future. Un’onda inarrestabile che aiuta a rimettere il Paese sui binari giusti.
LA POLITICA RISPONDA ALL’ONDA INARRESTABILE DEI FRIDAYS FOR FUTURE CON UNA LEGGE DI BILANCIO GREEN
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