A 60 anni di distanza, non possiamo dimenticare il disastro del Vajont. A renderlo ancor più tragico il fatto che quella strage provocata dall’uomo era prevedibile e avrebbe potuto essere evitata. Anche in memoria del Vajont bisogna dare priorità a prevenzione del rischio idrogeologico, messa in sicurezza, corretta gestione e cura del territorio. Specie in un Paese fragile come il nostro, dove il rischio idrogeologico è amplificato dalla crisi climatica in atto.
Ma non basta. È necessario anche dare priorità alla riduzione dei gas a effetto serra, alla mitigazione del cambiamento climatico e all’adattamento ai fenomeni meteorologici estremi sempre più intensi e frequenti portati dalla #crisiclimatica. E serve farlo ora. Perché, come ci ha ricordato Papa Francesco nella sua ludica esortazione apostolica #LaudateDeum, non c’è più tempo da perdere.

Aggiungi commento