Oltre il 60% delle spiagge italiane è occupato da stabilimenti balneari che pagano canoni irrisori alla Stato. E con la proroga di 15 anni alle concessioni, introdotta su spinta della Lega in legge di Bilancio, il governo ha fatto un bel regalo al comparto. Ma la misura non rispetta la direttiva Bolkenstein sulla concorrenza e per questo la Commissione europea ha scritto al Governo Italiano per annunciare l’avvio dell’ennesima costosissima procedura di infrazione. Ma un governo che aspira a cambiare questa Europa dovrebbe iniziare almeno dalla tutela del bene comune e dal rispetto delle direttive comunitarie (e magari anche dalla partecipazione attiva nella loro definizione).
Il risultato è che oggi si prosegue la corsa a occupare ogni metro delle spiagge italiane con stabilimenti che, troppo spesso, privatizzano di fatto le nostre coste. Mentre è bene ricordare che le spiagge sono di tutti.
Servirebbe applicare con intelligenza la Bolkenstein, dando certezze a chi lavora in questo settore e premiando chi scommette sulla qualità dell’offerta a partire dalla sostenibilità ambientale, dall’accesso ai disabili, dalla valorizzazione di cultura ed economia territoriale. Invece anche il governo del cosiddetto cambiamento ha scelto di rincorrere gli interessi particolari del proprio elettorato a scapito dell’interesse generale.
Il mio intervento su Linkiesta si può leggere qui.

IL MIO EDITORIALE SU LINKIESTA
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