L’epidemia di COVID-19 sta mettendo alla prova il mondo e la nostra capacità di imparare dagli errori per superare la crisi con coraggio e determinazione.
L’Italia è il secondo paese al mondo per numero di contagi, mentre le vittime stanno rapidamente avvicinandosi ai numeri della Cina, una prospettiva che avremmo considerato irreale fino a qualche settimana fa. Stiamo sperimentando sulla nostra pelle le conseguenze di una globalizzazione senza regole. Abbiamo creato mercati finanziari globali, sistemi di produzione senza confini, ma non ci siamo dotati di un sistema di salute altrettanto integrato, di protocolli comuni per far fronte alle emergenze né di un sistema di coordinamento politico all’altezza.
Abbiamo creato la globalizzazione dei prodotti, senza pensare a cosa fare nel caso della globalizzazione dei problemi. In questo la pandemia di Coronavirus ricorda la crisi climatica, ma questa volta non possiamo essere ciechi di fonte alla scienza e dobbiamo imparare la lezione.
È stato imperdonabile aver indebolito il Servizio Sanitario Nazionale. La salute è un bene comune e oggi sono i paesi con la migliore sanità pubblica a dimostrarsi più resilienti. Dobbiamo rilanciare i finanziamenti alla ricerca, sostenere le nostre imprese, gli esercenti ed i liberi professionisti, perché sono loro a tenere in piedi la nostra economia. E dobbiamo sospendere mutui e bollette, ricorrere alla cassa integrazione e a un “reddito di civiltà” per sostenere tutti i lavoratori, partite Iva comprese. Abbiamo finalmente scoperto le virtù del lavoro agile e dell’insegnamento a distanza: ora è il momento di renderli non solo una pratica emergenziale, ma strutturale.
In Europa serve un nuovo ‘patto’, ma questa volta votato alla sostenibilità ed al benessere. Il Green New Deal non deve essere solo uno slogan, ma una pratica rivoluzionaria. Un ‘whatever it takes’ che metta di nuovo l’Europa all’avanguardia nel mondo su un nuovo corso economico e sociale.
Da questa sfida può emergere un’Italia più bella e più sostenibile. Non facciamo sì che un ritorno alla normalità significhi sostituire le mascherine antivirali con quelle antismog. Sta a noi trasformare la tragedia in un’occasione di riscatto. Come parlamentari impegneremo tutte le nostre energie affinché questo accada.
Qui la lettera che insieme a Lorenzo Fioramonti, Nicola Fratoianni, Paolo Lattanzio, Luca Pastorino, Elena Fattori, Paola Nugnes, Andrea Cecconi, Luigi Di Marzio, Peppe De Cristofaro, Francesco Laforgia, Erasmo Palazzotto e Loredana De Petris abbiamo scritto ad Avvenire.
LA LETTERA CHE INSIEME A LORENZO FIORAMONTI E ALTRI COLLEGHI ABBIAMO SCRITTO AD AVVENIRE
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