Tra le altre conseguenze della crisi climatica in atto ci sono le temperature roventi che in questi giorni, complici vento, siccità e piromani, stanno drammaticamente agevolando ampi incendi in diverse parti del Paese. Impossibile non pensare alla Sardegna, dove nel Nuorese sono andati in fumo oltre 20 mila ettari e al danno ambientale si aggiungono i cittadini sfollati, gli animali morti per le fiamme e i danni economici. Per risanare questa ferita serviranno anni. Le indagini in corso ci diranno qual è l’origine di questo disastro, ma intanto esprimo vicinanza ai cittadini e gratitudine alle istituzioni, alle forze dell’ordine, alla protezione civile e a tutti quanti si sono adoperati e si stanno adoperando da ore per fermare le fiamme. Gravi incendi nell’ultimo mese hanno colpito anche la Sicilia, ad esempio nella zona degli Iblei, la Puglia e l’Abruzzo con decine di ettari di macchia andati in fumo.
Serve un salto di scala. Contro le fiamme estive bisognerebbe mettere in campo con maggior decisione azioni preventive, mentre ancora si registrano troppi ritardi nei censimenti da parte delle amministrazioni comunali delle aree percorse da fuoco. Ma proprio il catasto degli incendi è uno strumento fondamentale per far valere i vincoli a non rimboschire, pascolare, cacciare e urbanizzare quelle aree. In un’ottica di prevenzione può essere utile anche la gestione virtuosa delle foreste che intende promuovere un mio emendamento approvato nel decreto Semplificazioni.
Per dissuadere i piromani, infine, è bene far valere il reato di disastro ambientale introdotto con la legge sugli ecoreati contro chi accende incendi dolosamente.
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