Da stamattina brucia l’impianto Ama di Trattamento Meccanico Biologico di via Salaria (Tmb Salario). Di cosa si stia sprigionando dalle fiamme e da cosa, o da chi, abbia avuto origine il rogo sapremo solo nei prossimi giorni. Forse. Per il momento sappiamo solo di un assurdo Paese dove gli impianti bruciano e i cittadini soffrono. Il Tmb Salario è da anni al centro delle proteste dei residenti della zona per i miasmi che emana 24 ore al giorno, esalazioni che tengono in ostaggio circa 50 mila cittadini che vivono nei quartieri di Villa Spada, Fidene, Colle Salario, Nuovo Salario.
L’impianto non è in grado di smaltire in tempi adeguati l’enorme quantità di rifiuti che viene conferita giornalmente, con la conseguenza che i rifiuti indifferenziati si accumulano all’interno del deposito trasformandolo a tutti gli effetti in una discarica. E dopo la recente relazione con cui Arpa Lazio ha messo nero su bianco le gravi inadempienze del Tmb Salario, la procura di Roma ha aperto un nuovo fascicolo di inchiesta sull’impianto. Si configurerebbero tra gli altri il reato di gestione non autorizzata di rifiuti e di inquinamento ambientale.
Proprio oggi ho depositato due atti a mia prima firma: la richiesta di un’indagine sul TMB Salario da parte della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati e la risoluzione presentata alle Commissioni Ambiente e Affari Sociali per la chiusura del Tmb Salario e l’avvio di un’indagine epidemiologica sulla popolazione. Auspicabile infine che sul Tmb intervenisse anche il ministero dell’Ambiente inviando il Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri, come chiedo nella mia risoluzione.
Qui è disponibile il testo della Risoluzione TMB Salario sottoscritto anche dalla collega Rostan
11 dicembre 2018
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