L’Italia perde posizioni e scivola al 30° posto nella classifica dei Paesi per la lotta alla crisi climatica. È quanto emerge dal rapporto annuale di Germanwatch, CAN e NewClimate Institute sulla performance climatica dei principali paesi del pianeta realizzato in collaborazione con Legambiente per l’Italia. Le motivazioni della retrocessione sono il rallentamento nello sviluppo delle fonti pulite e una politica nazionale ancora inadeguata a fronteggiare l’emergenza climatica. Chissà se il Governo che si definisce ambientalista coglierà questo allarme, l’ennesimo, che arriva durante la Cop26, per prendere finalmente sul serio la necessità di adeguare il nostro Piano energia e clima ai nuovi target climatici europei e all’obiettivo di contenere entro un grado e mezzo il surriscaldamento globale. Urgenti anche semplificazioni reali per le rinnovabili, un phase-out programmato non solo dal carbone ma anche dalle trivellazioni, l’avvio del taglio dei sussidi fossili già dalla Legge di Bilancio e una fiscalità ambientale che penalizzi inquinamento e consumo di risorse e premi efficienza, sostenibilità e lavoro di qualità .
ADEGUARE PRESTO E BENE IL PIANO NAZIONALE ENERGIA E CLIMA
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