Alcune decine di container contenenti alcune centinaia di tonnellate di rifiuti provenienti dall’Italia sono sequestrati al porto di Sousse in Tunisia. Su questa vicenda, figlia di un contratto concluso da una società tunisina per l’importazione di rifiuti dall’Italia, il ministero tunisino degli Affari locali e dell’Ambiente ha disposto l’apertura di un’indagine.
Ne ho parlato questa mattina a #envinews con il deputato tunisino Majdi Karbai, con il direttore generale dell’ISPRA Alessandro Bratti, con il senatore Luca Briziarelli e con l’ingegnere Adel Belhadj Amor del Club Amici dell’Italia grazie a Roberto Cavallo, che con la cooperativa Erica collabora da nove anni con la Tunisia su progetti che hanno portato ottimi risultati.
Sul caso dovremo aspettare che l’inchiesta vada avanti, ma la cosiddetta Commissione Ecomafie – che è una commissione parlamentare di inchiesta, ha una competenza diretta su questi fenomeni e possiamo chiedere che si attivi.
Per dare un quadro sul traffico illecito di rifiuti vorrei richiamare i numeri del Rapporto Ecomafia 2019 di Legambiente: da febbraio 2002 al 31 maggio 2019 sono 459 le inchieste condotte e chiuse dalle forze dell’ordine utilizzando il delitto di organizzazione di traffico illecito di rifiuti, il primo ecoreato individuato e istituito. Ma siccome, come insegna don Ciotti, la moneta buona scaccia quella cattiva è importante lavorare sia sulla repressione degli illeciti che facilitare la vita alle aziende virtuose. Infine, visto che l’inquinamento non conosce confini, dobbiamo rafforzare la cooperazione internazionale almeno tra i Paesi del Mediterraneo.
SUL CASO VOGLIAMO VEDERCI CHIARO E NE ABBIAMO PARLATO A ENVINEWS
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