Carola Rackete ha fatto l’unica cosa che poteva fare. La comandante della Sea Watch 3 ha salvato 53 migranti in mare, ha deciso di forzare il blocco imposto dal decreto Sicurezza bis di Salvini, non si è arresa all’incredibile ostruzionismo di una motovedetta della Guardia di Finanza, ha portato nel sicuro porto di Lampedusa i 40 migranti rimasti a bordo. Carola, come tutti i comandanti delle navi prima di lei, ha rispettato il diritto internazionale del mare, che impone di salvare i naufraghi e di portarli nel porto sicuro più vicino, i diritti umani e la Costituzione italiana, che garantiscono i diritti inviolabili dell’uomo e il diritto d’asilo. Se una legge italiana che dichiara guerra alle Ong consente che Carola venga messa ai domiciliari è giunto il momento di mettere questa legge all’attenzione della Corte Costituzionale e della Corte europea di Strasburgo. …
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