“La Libia non è un porto, tantomeno un paese sicuro. Checché ne dica il nostro ministro degli Interni. Per questo l’Italia dovrebbe fermare la prevista cessione delle sue navi alla Libia. È quanto chiedo al Presidente del Consiglio e ai Ministri delle Infrastrutture, degli Interni e degli Esteri con una interrogazione a mia prima firma sottoscritta anche dai colleghi Fornaro, Boldrini, Fratoianni, Palazzotto e Speranza.
La Libia è di fatto un paese dove ci sono tre governi in guerra con gravi violazioni dei diritti umani accertate. L’ultimo report redatto da esperti delle Nazioni Unite ha autorevolmente confermato la drammatica situazione del Paese. In questo contesto, come certifica anche l’UNHCR, i migranti si trovano in una condizione ancor più tragica.
Già ad agosto, quando si è trattato di approvare la conversione in legge del decreto per la cessione alla Libia di dodici motovedette, LeU era stata l’unica forza politica a votare contro. Oggi, alla luce della grave instabilità in cui versa il Paese, è più che mai necessario assumere iniziative normative per rivedere la cessione. Così da evitare di consegnare le nostre navi senza garanzie e controllo sul rispetto dei diritti umani sanciti dall’ONU e riconosciuti dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. Per evitare di renderci complici di eventuali violazioni di diritti fondamentali”.
Lo afferma la deputata di LeU Rossella Muroni depositando una interrogazione a risposta scritta sulla necessità di rivedere la cessione di navi italiane alla Libia.
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