A dodici anni dal terremoto che ha ferito L’Aquila la ricostruzione procede a fatica. Serve uno sforzo condiviso della politica e di tutti i soggetti a vario titolo coinvolti per aiutare L’Aquila a ritrovare tutto il suo splendore. Che non significa solo ricostruzione materiale, ma anche sostegno all’economia locale e alla comunità aquilana.
Dovremmo poi fare tesoro delle esperienze di ricostruzione che sino ad oggi hanno avuto miglior riuscita per mettere in cantiere una legge quadro. Perché non è possibile ripartire ogni volta da zero, con decreti, ordinanze, correzioni e provvedimenti ad hoc.
Soprattutto, come Paese, è necessario quel salto di qualità sulla prevenzione di cui il nostro territorio ha bisogno. Lo dobbiamo anche alle 309 vittime de L’Aquila come a quelle e dei terremoti del Centro Italia e di Ischia. Un passo avanti in questa direzione può arrivare anche dalla proposta di FacciamoECO di un servizio civile ambientale per i giovani nel Recovery Plan. Sarebbe infatti un modo per investire in prevenzione, cura del territorio e competenze green.
Ne parlo qui con la 9 Colonne.
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