Il governo ha più volte dichiarato di voler dar corso a un Green new deal e che vorrebbe lo sviluppo sostenibile in Costituzione. Se questo esecutivo vuole essere davvero di svolta, può e deve mettere l’Italia all’avanguardia sul fronte dello sviluppo sostenibile e della lotta ai mutamenti climatici. A partire dalla dichiarazione dello stato di emergenza climatica e da una finanziaria che inizi a tagliare gradualmente i sussidi dannosi per l’ambiente, ad alzare i ridicoli canoni di concessione per i beni pubblici come acqua minerale, cave, spiagge o autostrade, e a rimodulare l’Iva tenendola più bassa per i prodotti che inquinano meno. Quanto sia urgente agire in questa direzione ce lo ricorda drammaticamente l’ondata di maltempo che sta sferzando l’Italia provocando vittime e gravi danni anche alle nostre città d’arte, come Venezia e Matera.
Per questo ho depositato da mesi una mozione per dichiarare lo stato di emergenza climatica che andrà in Aula alla Camera la prossima settimana e che impegna, tra l’altro, il governo ad accelerare la transizione energetica e a realizzare un Green new deal di ampio respiro che promuova la conversione ecologica della nostra società e della nostra economia.
Mi auguro anche che il nostro Paese al consiglio di amministrazione della Banca Europea per gli Investimenti di giovedì 14, appoggi senza riserve la nuova strategia per gli investimenti energetici proposta dall’istituto di credito che da fine 2020 vorrebbe mettere al bando tutti i finanziamenti a progetti che riguardano i combustibili fossili, gas compreso. Il futuro dell’energia, infatti, non è delle fonti fossili, ma delle energie rinnovabili, dell’efficienza, delle tecnologie per l’accumulo. E non abbiamo bisogno di altro gas per realizzare la transizione energetica: già oggi l’infrastruttura del gas esistente è circa il doppio della domanda europea.
Se non ci fosse l’accordo sulla proposta della BEI e fosse necessario rivedere il testo, andrebbe mantenuta la data-obiettivo di fine 2020 e andrebbe tenuto ben presente che è l’uso delle fonti fossili, senza nessuna eccezione, a provocare la febbre del pianeta.
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