Anziché affrontare la questione rifiuti nel merito, i due vicepremier la usano come nuovo terreno di scontro e scambio dopo quelli del condono fiscale e dei condoni edilizi previsti dalla legge per Genova. Così le due componenti della maggioranza mostrano i muscoli, ma non fanno certo l’interesse del Paese.
All’Italia non servono inceneritori né altre ricette del passato ma investire sul corretto ciclo di gestione dei rifiuti, fatto di riduzione, riuso, recupero e riciclo, e lavorare per l’economia circolare come ci chiede l’Europa.
Discariche e termovalorizzatori sono l’ultimissimo anello di una lunga catena che parte dalla riduzione della produzione di rifiuti. Più che nuovi termovalorizzatori sono necessari gli impianti di trattamento dell’organico con la tecnologia della digestione anaerobica. Anche perché dove non si attua una gestione virtuosa dei rifiuti, che sia al Nord o al Sud, si lascia più spazio di manovra alla criminalità. Lo dicono chiaramente i numeri degli incendi negli impianti di stoccaggio e trattamento. Emergenza su cui non mancherà il mio impegno nella cosiddetta Commissione Ecomafie. Il mio intervento su La Stampa Tutto Green, disponibile qui
ANZICHÉ AFFRONTARE QUESTIONE RIFIUTI NEL MERITO I VICEPREMIER LA USANO COME NUOVO TERRENO DI SCONTRO DOPO SCAMBIO CONDONO FISCALE/CONDONI EDILIZI.
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