L’innalzamento della soglia per la trattativa privata e quello del tetto dei subappalti, le gare con massimo ribasso e l’appalto integrato che affida allo stesso soggetto la progettazione e l’esecuzione dell’opera contenuti nelle bozze del decreto Semplificazioni ci fanno tornare indietro di decenni su qualità delle opere, tutele e sicurezza sul lavoro e rendono più facili le infiltrazioni della criminalità organizzata. Del tutto inaccettabile, poi, la richiesta della Lega di azzerare il Codice degli appalti.
Gli obiettivi condivisibili di avere tempi certi per pareri e autorizzazioni, di alleggerire gli adempimenti burocratici per la realizzazione di nuovi impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, per il repowering di quelli esistenti, o per i decreti end of waste, vanno necessariamente accompagnati dalla previsione di tempi congrui per evadere le pratiche, dal potenziamento del personale delle pubbliche amministrazioni coinvolte e da un rafforzamento dei controlli ambientali di cui non sento parlare.
Infine per far partire i tanti cantieri del Recovery e completare le opere è necessaria una nuova legge sul dibattito pubblico che allarghi il ricorso a questo strumento, non solo perché il coinvolgimento dei territori e la partecipazione dei cittadini sono garanzia di opere utili e ma anche perché sono l’arma più efficace contro la sindrome del Nimby.
Aggiungi commento