Vorrei contribuire a individuare delle parole che ci aiutino a fare sintesi e a guardare al futuro del movimento ecologista
Noi ecologisti, per i temi e le sfide che portiamo avanti, rappresentiamo un fattore di speranza per il Paese, per l’Europa e anche per il pianeta. Possiamo essere l’argine al populismo se contemporaneamente riusciremo ad essere anche popolari. E su questo non bisogna dimenticare la lezione dei gilet gialli francesi. Noi dobbiamo dimostrare che i temi che poniamo sono popolari, che hanno un consenso sociale, e che le soluzioni che indichiamo sono utili e desiderabili, come ci insegnava Alex Langer.
Siamo una speranza per i tanti territori mortificati in questo Paese – penso alla Valle del Sacco a tutela della quale sto depositando una mozione, a Napoli, al Triangolo Siracusano e ai tanti luoghi che la politica ha sacrificato in nome di una idea vecchia di sviluppo, o per dimenticanza.
Noi ecologisti siamo anche quelli che rappresentano l’urgenza climatica, che è la vera frontiera della sicurezza. Anche per questo ci battiamo per i diritti dei migranti, che sono i diritti di tutti noi. La settimana scorsa il Parlamento ha purtroppo approvato il vergognoso decreto Sicurezza, che usa i migranti come cavallo di Troia. In realtà è un decreto che affronta le questioni sociali come fossero problemi di ordine pubblico, che disegna un futuro di paura e leva diritti a tutti quanti. Un provvedimento che renderà molto più complicata la partecipazione e le lotte sui territori.
Noi ecologisti dobbiamo rivendicare la centralità dei nostri temi, avere visione, ambizione e coraggio, ma dobbiamo essere anche curiosi verso il mondo che ci circonda e verso quanti possiamo portare in questa partita. Dobbiamo guardare alle comunità, sapendo collocare le nostre battaglie a livello globale come sfida al cambiamento. Perché il nostro è il vero cambiamento. Credo non ci sia nessun paradigma e nessuna cultura politica che nel 2018, più dell’ecologismo, possa rappresentare un elemento così rivoluzionario nel ri-immaginare la società e l’economia. Siamo noi questa forza rivoluzionaria che passa per una capacità empatica, di innovazione e per il protagonismo delle donne.
Il mio intervento al Congresso dei Verdi italiani
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