Non chiamatelo maltempo: siamo in piena emergenza climatica. Settimane di allerte meteo con piogge incessanti che hanno provocato allagamenti in tutta Italia, sfollati e frane, come quella che ha portato al crollo di un tratto di viadotto sulla Torino-Savona, rendono incontrovertibile la realtà. Siamo un Paese fragile, dove i rischi sono ulteriormente acuiti dalla cattiva gestione del territorio e dagli effetti dei mutamenti climatici in atto.
Basta alle soluzioni tampone. Per mettere in sicurezza i cittadini e affrontare in modo adeguato la crisi climatica, come chiedono i giovani che scendono in piazza per il clima, è arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti. A partire dalla dichiarazione dello stato di emergenza climatica, dal rafforzamento del Piano energia e clima, dal graduale taglio dei sussidi dannosi per l’ambiente e da un piano strutturale per la messa in sicurezza del territorio, la mitigazione del rischio e l’adattamento al climate-change. Proprio come chiede la mozione di maggioranza a mia prima firma che sarà discussa oggi dalla Camera.
L’atto impegna il governo a lavorare per l’inserimento del principio dello sviluppo sostenibile in Costituzione, per ridurre le emissioni di CO2 in tempi rapidi e certi e per spingere il sistema Italia verso la conversione ecologica. La mozione sollecita un programma di investimenti pubblici orientati alla sostenibilità che coinvolga i principali settori produttivi. Il governo dovrà anche impegnarsi per promuovere l’economia circolare, razionalizzare e stabilizzare gli incentivi previsti per l’efficientamento energetico e la sostenibilità in edilizia, per una mobilità e una produzione industriale sostenibili. Insomma per un Green new deal capace di rilanciare il Paese puntando sulla sostenibilità e di garantire più sicurezza ai cittadini.
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