Un pezzo de Il Riformista del 26 novembre parla dei finanziamenti della Philip Morris alla Casaleggio Associati e dei vantaggi fiscali che la multinazionale avrebbe ottenuto per i quasi due milioni di euro versati da settembre 2017 a ottobre 2020. Lo stesso pezzo non manca di sottolineare che la Casaleggio Associati ha sinora operato come società di servizi per il M5S
Vorrei suggerire a Casaleggio e ai colleghi Cinque Stelle un modo molto semplice per smentire nei fatti questa ricostruzione e rispondere contemporaneamente a chi specula sulla situazione, come Giorgia Meloni. Basterebbe approvare l’emendamento a mia prima firma alla manovra che prevede un rafforzamento dell’assistenza socio-sanitaria domiciliare ai più fragili finanziato dalla riduzione dello sconto fiscale di cui beneficia il tabacco riscaldato. Si tratta di una proposta a tutela della salute e del Sistema sanitario nazionale lanciata da CittadinanzAttiva insieme a un’alleanza di oltre 70 organizzazioni, che aveva incontrato un sostegno trasversale in parlamento e che aveva avuto anche il sostegno del ministero della Salute, ma nella conversione in legge del Decreto Rilancio non aveva trovato spazio. E che ora intendo riproporre in Legge di Bilancio con una piccola rimodulazione.
Il testo, come anticipato, sposa una proposta lanciata da CittadinanzAttiva insieme al mondo civico e a decine di organizzazioni di operatori sanitari, società scientifiche, imprese, e intende rafforzare e ampliare le prestazioni dell’assistenza socio-sanitaria territoriale, di prossimità e domiciliare a favore della salute di tutti i cittadini, grazie a fondi aggiuntivi rispetto a quelli già previsti. Le nuove risorse sarebbero dovute arrivare da una rimodulazione dell’accisa sui prodotti da tabacco riscaldato, che sarebbe dovuta passare dal 25 al 75% di quella applicata sulle sigarette tradizionali. Non una nuova tassa, ma una riduzione di uno sconto fiscale a vantaggio della nostra salute e del Sistema sanitario nazionale. Una proposta condivisa e trasversale, che avevo firmato insieme ai colleghi Fassina, Fioramonti, Fusacchia, Lattanzio, Quartapelle, Palazzotto, Pagano, Gribaudo, Trano, Brescia, Lorefice, Sportiello, Menga, D’Arrando, Lapia, Gallinella, Gagnarli, Zolezzi, Nesci, Sarli, Ianaro, Baroni e Corneli. E che aveva emendamenti “gemelli” presentati da colleghi di Forza Italia e Fratelli d’Italia, e che aveva avuto parere favorevole del Ministero della Salute.
Si tratta di una proposta che rafforza l’assistenza domiciliare territoriale togliendo un privilegio all’industria del tabacco e mette insieme due questioni fondamentali: la prevenzione (perché uno sgravio fiscale così importante sul tabacco riscaldato è di fatto un’istigazione al fumo che come sappiamo è uno dei comportamenti più dannosi per la salute) e la cura delle persone attraverso una sempre più diffusa medicina territoriale e l’assistenza sanitaria (che molto avrebbe potuto fare sul fronte del contrasto del covid). Una proposta emendativa che insieme a Fassina, Fusacchia, Lattanzio, Palazzotto, Quartapelle, Fioramonti e Magi intendo presentare anche alla Legge di Bilancio, rimodulando l’accisa sui prodotti da tabacco riscaldato dal 25 al 60% di quella applicata sulle sigarette tradizionali, e che spero possa contare sul consenso trasversale di tutti i colleghi che l’avevano già sostenuta e di tutti i gruppi che avevano presentato emendamenti analoghi.
Approvare questo emendamento sarebbe anche un segnale per il Paese. Tenendo insieme finalità e strumenti di finanziamento, più medicina territoriale, più risorse umane nella salute, meno fumo a buon mercato e un fisco più equo, darebbe il messaggio che abbiamo imparato qualcosa dalla pandemia da coronavirus. E che tante sofferenze non sono passate invano.
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