Manca una presa di coscienza su gravità della situazione e strategie da adottare per essere soddisfatta della risposta del Ministero dell’Ambiente alla mia interrogazione sui tempi di recepimento della direttiva europea sulla plastica monouso e sulle iniziative per rendere operativo il sistema Sauro contro l’inquinamento marino.
Questa forma di inquinamento è ormai una emergenza ambientale planetaria: ogni anno finiscono in mari e oceani del pianeta almeno 8 milioni di tonnellate di rifiuti plastici. Materiali che poi si scompongono in pezzi sempre più piccoli, vengono ingeriti e bioaccumulati da pesci e specie marine, entrando così nella catena alimentare.
Per aggredire il fenomeno bisogna agire su due piani. Da una parte serve non far arrivare i rifiuti in mare, dunque è necessario recepire la direttiva europea nei tempi previsti come dice il Mattm, ma è anche necessario accompagnare l’industria italiana della plastica che produce il 70% degli articoli che saranno messi al bando dalla direttiva verso soluzioni innovative e sostenibili. Dall’altra bisogna affiancare alle pratiche volontarie e accidentali di recupero dei rifiuti marini previste dalla mia proposta di legge sul ‘fishing for litter’, dall’analoga proposta dell’On. Rizzetto e dal Salva Mare del governo, una soluzione forte e strutturale. Il brevetto della Protezione Civile Sauro potrebbe essere la risposta che aspettiamo. Ecco perché è importante realizzare quanto prima la sperimentazione del sistema con un prototipo a scala reale. Un progetto per il quale il ministero dell’Ambiente non può limitarsi a dirsi disponibile, ma sul quale deve spingere con convinzione.
Auspico quindi il varo tempestivo di un Salva Mare 2 per dettare tempi e strategie di uscita della plastica usa e getta.
Il video del mio intervento in Commissione Ambiente durante il question time è disponibile qui.
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