Ora ce lo dice anche la scienza (se mai avessimo avuto dei dubbi): di inceneritori ce n’è sempre meno bisogno. Tanto che secondo il Rapporto sui rifiuti urbani 2018 dell’Ispra nell’ultimo anno questi impianti, che bruciano rifiuti, sono diminuiti. È calata anche la quota di ‘spazzatura’ che viene trattata: il 2,5% in meno rispetto all’anno scorso.
Che all’Italia non servissero altri inceneritori era chiaro. Bruciare i rifiuti è una ricetta del passato. Quello che invece serve è investire sul corretto ciclo di gestione, guardando prima di tutto alla riduzione dei rifiuti. Bisogna poi pensare alle altre fasi: il riuso, il recupero e il riciclo. Una formula che, naturalmente, è quella di lavorare per l’economia circolare, così come ci chiede l’Europa.
Un’economia che spinge filiere industriali innovative e stimola la tecnologia, che è in grado di evitare l’emergenza e spezzare gli interessi della criminalità organizzata. Ma che ha bisogno di regole chiare e stabili come, per esempio, i decreti ‘end of waste’ che ancora stiamo aspettando dal ministero dell’Ambiente e che probabilmente sono alla base del ritardo nel riciclo. Se il governo giallo verde non vuole stare a sentire la politica, gli ambientalisti o la filiera del settore, ascolti almeno la scienza questa volta. Il mio intervento su HuffPostItalia è disponibile qui.
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