Non abbiamo bisogno di mandare in Europa l’avvocato del popolo, ma di un leader che rappresenti gli interessi degli italiani, che esprima uno spirito europeo autentico e sia capace di cambiare quello che serve in Europa senza mettere il nostro futuro fuori dall’UE. L’uscita dall’euro è un’opzione irrealistica, pericolosa e ipocrita. Non potete fare i sovranisti con il futuro dei nostri figli.
A proposito di ambiente e di mutamenti climatici, il premier Conte dovrebbe assumersi la responsabilità di dichiarare che l’Italia, al pari di altri Paesi, è in emergenza climatica.
Nel 2018, secondo un recente report di Legambiente, sono state 32 le vittime in 148 eventi estremi che si sono succeduti nel Paese. E la Coldiretti stima che gli sbalzi termici anomali degli ultimi dieci anni sono costati 14 miliardi di euro alla nostra agricoltura.
Le crisi climatica, economica e sociale sono legate nello stesso intreccio. I mutamenti climatici hanno esacerbato le ingiustizie sociali anche nei paesi più poveri del mondo e saranno sempre più causa anche di instabilità e migrazioni. Anche per questo sono orgogliosa di essere tra i promotori della missione Mediterranea che salva i profughi in mare. Vorrei essere fiera anche del mio Paese, se avesse la capacità di rivendicare in Europa il ruolo storico avuto nel salvare vite umane e di far pesare adeguatamente le responsabilità del Vecchio Continente.
Oltre ad essere necessario rispondere alla sfida del clima ci permetterà di dare corpo a una nuova economia sostenibile, equa ed inclusiva, di risolvere allo stesso tempo le crisi ambientale, economica e sociale. La Susdef stima che mettendo in campo misure capaci di farci raggiungere gli obiettivi di sostenibilità ambientale si attiverebbero 190 miliardi di investimenti e si produrrebbero 242 miliardi di valore aggiunto. Si chiama green new deal ed è di questo che deve parlare l’Italia in Europa. Per farci sedere dalla parte giusta della storia.
Ma questo richiede maggiore ambizione negli obiettivi che ci poniamo sul clima e coerenza nelle politiche per realizzarli, non ci illudiamo che il governo voglia darci finalmente ascolto.
Il mio intervento in Aula nella discussione sulle comunicazioni del Premier Conte in vista del Consiglio europeo del 20 e 21 giugno.
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