I troppi casi di incendio in impianti di stoccaggio e trattamento dei rifiuti degli ultimi anni puzzano davvero di bruciato e disegnano una strategia criminale. Quello che ha colpito la zona industriale di Battipaglia l’altra notte è solo l’ennesimo caso nel Comune campano e il più recente di questa lunga lista.
Le indagini chiariranno cause e responsabilità dell’episodio, sul fronte della repressione e della prevenzione saranno utili un maggior presidio del territorio, il tavolo tecnico annunciato dal ministro dell’Ambiente e la cabina di regia chiesta da Legambiente Campania, così come sarà importante che alla Piana del Sele dedichi la sua attenzione anche la Commissione ecomafie. Ma per spuntare le armi alla criminalità serve ridurre i rifiuti, puntare sulla loro corretta gestione e sulla chiusura del ciclo, così da rendere possibile dare nuova vita ai materiali secondo il paradigma dell’economia circolare.
Proprio i pneumatici che hanno alimentato le fiamme del rogo nero di Battipaglia sono una risorsa se smaltiti e recuperati correttamente. Lo dimostra l’esperienza virtuosa di Ecopneus che dal 2011 al 2018 ha raccolto oltre 1,8 milioni di tonnellate di Pneumatici Fuori Uso (PFU), il 51% delle quali recuperate come nuovi materiali.
Per questo è positivo che il ministro Costa ieri abbia annunciato davanti alla Commissione Ecomafie la disponibilità a correggere la norma che blocca l’economia circolare contenuta nel decreto Sblocca Cantieri, una norma voluta dal precedente esecutivo e che da subito avevo chiesto di rivedere come molte imprese del settore. Positiva anche l’intenzione annunciata di lavorare per dare linee guida nazionali e il prossimo completamento dell’iter del decreto ministeriale end of waste sul polverino di Pneumatici fuori uso (Pfu) e di altri materiali.
Aggiungi commento