Buon lavoro a Marta Cartabia, eletta all’unanimità presidente della Corte Costituzionale. La prima donna nella storia italiana a presiedere la Consulta. Spero che la sua elezione sia di buon auspicio e che nel prossimo futuro anche l’Italia possa avere più donne nei posti di potere, anziché limitarsi a gioire per la giovane premier finlandese.
Nel nostro Paese ancora non abbiamo raggiunto la parità di genere e il maschilismo, con il suo portato di discriminazione di fatto nei confronti delle donne, è tuttora diffuso e imperante, anche nella politica e nelle istituzioni. E proprio questa è una delle cause più forti di arretratezza e di mancanza di competitività. Perché il fattore D – ossia la presenza delle donne nelle posizioni apicali – fa bene alla società, alla politica, all’economia. Che l’Italia abbia bisogno delle competenze e delle capacità di noi donne lo dice anche Bankitalia: il governatore Visco ieri ha ribadito che la crescita del Paese nei prossimi anni dipenderà dalla partecipazione femminile, che è un motore fondamentale. Mi auguro che anche le prossime nomine governative siano fortemente connotate dalla presenza femminile anche se a decidere, come al solito, saranno solo gli uomini. Speriamo capiscano che conviene anche a loro e soprattutto che serve al Paese.
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