Condivido l’idea di introdurre una plastic-tax, ma la misura prospettata dal governo ha due grandi problemi: il primo di metodo, il secondo di contenuto. Ritengo sia importante usare la leva fiscale per orientare i consumi e indirizzare la produzione verso la sostenibilità, ma misure come la plastic-tax vanno studiate con tutti gli operatori del settore. Non dimentichiamo che solo la produzione della plastica monouso coinvolge in Italia 3mila addetti. Inoltre una tassa di questo tipo per essere efficace deve essere modulare: colpire chi inquina, secondo il noto principio europeo del chi inquina paga, e allo stesso tempo premiare i comportamenti virtuosi per l’ambiente quali il riciclo, le produzioni riutilizzabili e quelle compostabili.
Siamo il Paese che ha inventato sia la plastica che le bioplastiche compostabili, dunque abbiamo le capacità e le tecnologie per la transizione ecologica del settore, ma dobbiamo aiutare le nostre aziende in questo percorso. Per questo mi impegnerò in Parlamento affinché l’approccio lineare non sia il metodo che prevalga nella Legge di Bilancio. Credo sia inoltre necessario un tavolo interministeriale di confronto perché le politiche ambientali, compresa una nuova fiscalità attenta all’ambiente, sono trasversali e per funzionare devono nascere dal dialogo tra ministeri, forze politiche, imprese, associazioni e forze sociali.
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