Come aveva annunciato il ministro Giovannini ha presentato al Parlamento la nuova relazione della commissione tecnica voluta dall’ex ministra De Micheli sul Ponte sullo Stretto. Nell’audizione alle Commissioni Ambiente e Trasporti della Camera il Ministro ha detto chiaramente che il vecchio progetto di Ponte sospeso a campata unica presentava criticità che restano tuttora irrisolte, ricordando che non aveva neanche superato l’esame della Via. Mentre per quanto riguarda lo scenario di Ponte a più campate il progetto non esiste. Non a caso Giovannini ha delineato un percorso di almeno due anni che prevede la realizzazione di un progetto di fattibilità da parte di Italferr (società di Fs) e un successivo dibattito pubblico per una scelta condivisa sulla soluzione da realizzare. Chi, soprattutto da Forza Italia, Lega, Italia Viva e Fratelli d’Italia, continua a parlare di ponte cantierabile in sei mesi mente sapendo di mentire.
A nostro avviso però la comparazione non va fatta solo tra una o più campate, ma anche con l’opzione zero. Ossia il miglioramento e l’innovazione nel traghettamento. Su quest’ultimo punto è positivo siano in arrivo investimenti importanti per la riqualificazione della flotta per il trasbordo ferroviario, per nuove navi passeggeri e per il rinnovo del materiale rotabile ferroviario. Tutto finalizzato alla velocizzazione e a una maggiore sostenibilità dell’attraversamento. Ma gli interventi su questo fronte strategico sono da accelerare per esser conclusi e implementati prima del 2025.
Ribadisco quanto ho già detto più volte, ossia che parliamo di un’area tra le più sismiche del Paese, con una straordinaria biodiversità e che ritengo necessità prioritaria potenziare le infrastrutture fondamentali per la Sicilia e la Calabria: dal doppio binario all’alta velocità, passando per treni per i pendolari, tram, metropolitane e ciclovie. Quanto serve per coniugare il diritto di muoversi con quello di avere una mobilità pubblica efficiente e sostenibile.
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